

DOPPELGÄNGER
L’ELEGANZA SECONDO AVNER GIUILI
Abbiamo avuto il piacere di intervistare Avner Giuili, mente brillante e cuore pulsante dietro al brand Doppelgänger. E vi assicuriamo: è stato un incontro frizzante, autentico, ispirante. Come il suo marchio. Doppelgänger è un brand italiano che ha conquistato il cuore di chi cerca stile, qualità e identità. Nato dal desiderio di rendere l’eleganza accessibile e personale, il marchio si distingue per una missione chiara: aiutare le persone a sentirsi meglio con ciò che indossano, non seguendo le mode, ma scegliendo consapevolmente chi vogliono essere, ogni giorno. Le collezioni Doppelgänger propongono capi che non inseguono il tempo, ma lo attraversano. Sono pensati per durare, per essere combinati tra loro stagione dopo stagione, creando un guardaroba coerente, raffinato e sempre attuale. Nulla è lasciato al caso: dalla scelta dei tessuti alla costruzione delle linee, tutto parla di cura e intenzione. Il cuore del brand batte forte anche nei suoi punti vendita, pensati come luoghi di accoglienza e calore. Entrare in un negozio Doppelgänger significa essere accolti con attenzione genuina, in un ambiente elegante ma familiare. Perché vestirsi, per Avner Giuili, è un atto d’amore verso se stessi. Avner, imprenditore, visionario, ma anche artista appassionato. Ama l’arte in tutte le sue forme, in particolare la pittura, che considera un’estensione naturale del suo modo di osservare il mondo e raccontarlo. Un approccio creativo che si riflette anche nel suo modo di concepire la moda: mai banale, sempre espressiva. Non vi resta che leggere l’intervista per scoprire da vicino la visione, la passione e l’umanità che rendono Doppelgänger molto più di un marchio di moda.
INTERVIEW
Doppelgänger ha un nome molto intrigante. Potrebbe raccontarci come è nato e quale significato ha per lei?
Il nome? È nato per caso! Lavoravo nel mondo dei tessuti e un giorno, in uno showroom, mi è capitato di vedere un quadro in bianco e nero raffigurante due gemelli. Sotto c’era scritto ‘Doppelgänger’. Appena l’ho letto, boom, un colpo di fulmine! Quel termine mi ha subito incuriosito. Sono andato a cercarne il significato: è una parola di origine tedesca che indica il ‘doppio’, l’altra parte di noi. Tra le diverse interpretazioni, una mi ha colpito in modo particolare: quella che associa il Doppelgänger a una figura che preannuncia o consiglia. È esattamente ciò che volevo fare: guidare le persone a capire l’importanza di come si vestono, non per seguire le mode, ma per esprimere al meglio sé stesse e affrontare la vita con maggiore sicurezza. Perché, alla fine, sapersi vestire è un po’ come non sbagliare i congiuntivi: nessuno te lo insegna davvero, ma fa una differenza enorme. Quante volte ho sentito amici dire: ‘Devo uscire, ma non so cosa mettere’. Doppelgänger è nato proprio per questo: dare una mano a sentirsi più sicuri e a vedersi meglio. Io lo chiamo ‘dress therapy’: se ti senti bene con quello che indossi, affronti la vita con più grinta e sicurezza.
Doppelgänger: non era preoccupato che potesse essere difficile da ricordare?
In realtà no, non mi ha mai preoccupato. Io mi chiamo Avner, anche il mio nome non è semplice da ricordare, ma proprio perché è unico, una volta che lo senti, non lo dimentichi più.
Quando ha deciso di fondare il brand, cosa l’ha ispirata? C’è stato un momento specifico che ha fatto scattare la scintilla?
Tutto è iniziato all’inizio degli anni 2000. Ricordo un grande magazzino molto famoso all’epoca, curiosavo nei diversi reparti e in quello dell’abbigliamento c’erano persone della media borghesia romana che acquistavano capi formali. Una cosa mi colpì: molti, una volta usciti, cercavano di nascondere le borse dei loro acquisti. Mi sono chiesto: ‘Perché non creare un brand di cui le persone potessero andare fiere? Da lì è nata l’idea di Doppelgänger: ambienti eleganti, ispirati alle vecchie boutique, ma con abiti accessibili a tutti. Volevo che ogni cliente, uscendo dai nostri negozi con una borsa in mano, provasse orgoglio e soddisfazione. Per questo curiamo ogni dettaglio, dalle collezioni al packaging, perché acquistare un nostro capo non è solo un gesto pratico, ma un’esperienza che fa sentire speciali.
Come descriverebbe la filosofia di Doppelgänger in poche parole? Quali sono i valori che guidano il brand?
La nostra filosofia? Cura e accoglienza. Mi piace pensare alle nonne: quando andavi a trovarle erano sempre felicissime di vederti e ti trattavano con un affetto sincero. Nei nostri negozi voglio portare lo stesso tipo di accoglienza. I nostri spazi sono belli, certo, ma ciò che conta davvero è l’atteggiamento dei nostri dipendenti. E poi, da noi sono benvenuti anche i cani: prima i cani e poi i padroni mi piace dire! Vogliamo creare un ambiente dove chiunque si senta accolto e a proprio agio.
Come nasce la nuova collezione di Doppelgänger? Potrebbe descrivere il Suo processo creativo dalla concezione all’uscita sul mercato?
Non mi interessa inseguire le mode passeggere a tutti i costi. L’obiettivo di Doppelgänger è creare un’eleganza senza tempo—timeless, come si dice. Ogni nostro capo è pensato per durare: puoi arricchire il tuo guardaroba anno dopo anno, perché le nostre collezioni propongono pezzi classici che non passano mai di moda e si abbinano facilmente a quelli delle stagioni precedenti. Questo è impossibile con i prodotti che seguono ciecamente le tendenze, destinati a durare una stagione per poi essere rimpiazzati da qualcosa di completamente diverso. Il punto è che non basta indossare qualcosa solo perché è di tendenza—bisogna saperlo portare con stile. Nelle nostre collezioni puntiamo su capi eleganti e confortevoli, grazie a una continua ricerca di materiali di buona qualità e a una cura meticolosa per i dettagli.
Qual è il suo capo Doppelgänger preferito?
Direi il nostro capo iconico: l’abito da 99 euro, un’operazione sociale più che commerciale. Lo facciamo realizzare con la cura di un sarto italiano. Il fit, i tessuti, tutto è pensato per creare un abito accessibile senza rinunciare allo stile. Spesso è il primo abito che i neolaureati comprano, ed è una bella soddisfazione sapere di far parte di quel momento.
Se non fosse stato coinvolto nel mondo della moda, cosa le sarebbe piaciuto fare?
Mi sarebbe piaciuto dedicarmi all’arte, soprattutto alla pittura, che è una delle mie grandi passioni. E avrei anche voluto aprire un’accademia per insegnare ai ragazzi l’importanza di ciò che indossiamo. L’immagine con cui ci presentiamo parla di noi, ed è fondamentale prendersi cura di se stessi. Non è solo una questione estetica, ma un modo per esprimere chi siamo e affrontare il mondo con maggiore sicurezza.
Ha un designer o una figura nel mondo della moda che l’ha particolarmente ispirata o che ammira?
Ammiro tante personalità al di fuori della moda. Per quanto riguarda l’atmosfera e lo stile dei nostri negozi, sono stato ispirato molto da Ralph Lauren. Mi affascina la sua capacità di ricreare l’eleganza senza tempo delle vecchie boutique. Con Doppelgänger abbiamo voluto portare questo mood anche nei nostri punti vendita, con la differenza che il nostro prodotto è più accessibile e alla portata di tutti mantenendo comunque una buona qualità.
Cosa si aspetta che una persona provi quando indossa un capo di Doppelgänger?
Voglio che chi acquista un capo di Doppelgänger provi la sensazione di essere stato trattato bene. È come un regalo: se te lo danno con il cuore, ti lascia qualcosa.
Quali sono i prossimi passi per Doppelgänger? La nostra redazione si trova a Brescia dove voi avete un bellissimo store, ci sono novità in arrivo?
Abbiamo grandi progetti per il futuro! A Brescia stiamo pensando a una location ancora migliore, perché vogliamo arrivare al cuore della città e creare uno spazio che offra un’esperienza d’acquisto ancora più coinvolgente.