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GIANLUIGI NUZZI

LA FABBRICA DEGLI INNOCENTI

C’è un’insidia fondamentale nel cuore della comunicazione, una sorta di peccato originale di cui noi, utenti involontari dei media in un oceano di notizie, possiamo diventare vittime inconsapevoli. Questo peccato originale ha un nome bieco, neutro, insignificante: BOT. Ma nasconde una potenza enorme: attraverso le fake news domina e costruisce l’opinione pubblica. Il noto giornalista, scrittore e conduttore televisivo Gianluigi Nuzzi porta in scena in Italia uno spettacolo itinerante avvincente e ricco di spunti di riflessione. “La Fabbrica degli Innocenti” è un viaggio attraverso grandi casi di cronaca italiana, come l’omicidio di Chiara Poggi, l’uccisione della giovanissima Yara Gambirasio, la Strage di Erba, analizzati alla luce delle dinamiche mediatiche e della manipolazione dell’informazione. Con l’ausilio di immagini, video e documenti esclusivi, Nuzzi svela i meccanismi che influenzano l’opinione pubblica, costruendo narrazioni che spesso distorcono la verità. Diretto da Enrico Zaccheo, con musiche originali di Davide Cavuti, lo spettacolo invita a una riflessione profonda sul rapporto tra giustizia, media e verità. Un appuntamento imperdibile per gli amanti delle inchieste e delle storie vere.

INTERVIEW

Da dove nasce l’esigenza di questo spettacolo teatrale?

Ogni giorno per strada mi chiedono se Massimo Bossetti, Rosa e Olindo, Alberto Stasi, Sabrina Misseri e Cosima Serrano sono innocenti o colpevoli. Le fake news assediano l’informazione e la cronaca, fanno sorgere mille dubbi, delegittimano le indagini, i processi: assassini ergastolani diventano innocenti e incensurati vengono sbattuti come mostri in prima pagina. “La fabbrica degli innocenti” entra in questi meccanismi diabolici, accompagna lo spettatore in un viaggio nei grandi gialli tra errori e manomissioni della verità per rafforzare il sistema immunitario di tutti.

Perché i media, nonostante cerchino di filtrare in maniera corretta le informazioni attraverso il reperimento di fonti attendibili e attraverso lo smascheramento della falsità, della calunnia, dell’ipotesi errata, sembrano diventate impotenti di fronte al fenomeno delle fake news e anche la verità più vera perde la sua forza di convincimento sulle persone?

Oggi c’è una parte dell’opinione pubblica che cerca verità pre-cotte, d’immediata digeribilità e che, soprattutto, smentiscano clamorosamente la tesi ufficiale che può essere una sentenza definitiva, un nuovo vaccino. Alcuni media – penso a delle docufiction in particolare – propalano verità alternative per soddisfare questo pubblico che si informa poco e legge ancora meno. Soprattutto i fascicoli dei processi che custodiscono spesso le risposte a suggestioni già sfatate in dibattimento.

“La Fabbrica degli Innocenti” diretto magistralmente da Enrico Zaccheo e arricchito dalle suggestive musiche originali di Davide Cavuti, offre una profonda riflessione sulle dinamiche che plasmano il nostro rapporto con le notizie e il senso di giustizia. Per chi ama le storie vere e le inchieste appassionanti.

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